Cosenza, 31 Marzo 2020
Non
vi
è
traccia,
nel
decreto
n°
18
del
17
marzo
2020,
delle
professioni
informatiche,“scrive
in
una
nota
Il
Presidente
Del
Polo
Digitale
Calabria
Emilio
De
Rango
”,
di
tutti
quei
professionisti,
imprenditori
ICT,
tecnici,
sistemisti
e
specialisti
di
settore
che
a
vario
titolo
e
con
specifiche
competenze,
hanno
favorito
e
messo
in
piedi
tutti
i
sistemi
digitali
in
Italia,
che
oggi,
come
non
mai;
si
sono
rilevati
fondamentali
per
poter
affrontare
una crisi senza precedenti.
Si
dà
indicazione
di
operare
in
Smart
working
ma
non
si
citano
tutte
quella
aziende
e
specialisti
del
settore
ICT
e
quelle
figure
professionali
che
hanno
permesso
di
fruire
a
migliaia
di
lavoratori
italiani
dei
servizi
legati
alle
nuove
tecnologie
e
telecomunicazioni,
che
hanno
consentito
il
lavoro
a
distanza.
Le
aziende
comunicano
tra
di
loro
grazie
a
questi
strumenti,
gli
ospedali
riescono
ad
essere
più
rapidi
nella
comunicazione
ed
efficienti
nelle
valutazioni
diagnostiche
grazie
ai
sistemi
digitali,
le
scuole,
le
università
riescono
a
mantenere
“viva”
un
offerta
formativa
erogando
didattica
a
distanza
grazie
alle
piattaforme
di
comunicazione.
Molte
aziende
sono
riuscite
a
rimanere
attive
e
sopravvivere
sul
mercato,
in
questo
periodo
emergenziale,
appunto
perché
hanno
utilizzato
sistemi
digitali
e
di
comunicazione
che
hanno
permesso
di
svolgere
le
attività
in
maniera
continuativa
anche
a
distanza,
molti
dipendenti,
grazie
alle
tecnologie
e
al
supporto
di
tecnici
e
sistemisti,
hanno proseguito le loro attività anche da casa.
Bene,
ma
dietro
tutto
questo
pensate
non
ci
sia
nessuno?
Non
è
così
semplice!
“
continua
il
Presidente
del
Polo
Digitale
Calabria
Emilio
De
Rango
”
Le
infrastrutture
e
i
sistemi
esistono
e
sono
funzionanti
grazie
alle
aziende
ICT
ed
agli
specialisti
di
settore
che
sono
sempre
operativi,
anche
se
non
si
vedono,
anche
se
non
si
sentono;
lavorano
silenziosamente
e
danno
il
meglio
della
loro
professionalità
per
favorire
servizi
affinché
i
sistemi
legati
ai
processi
di
digitalizzazione
possano
rimanere
attivi
e
continuare
a
funzionare.
Immaginate
cosa
succederebbe
se
le
infrastrutture
di
rete
andassero
in
Lockdown
e
non
ci
fosse
nessuno
ad
occuparsene!
Sviluppatori,
sistemisti,
progettisti
di
sistemi
informatici
evoluti,
non
aspettano
l’emergenza
del
Covid-19
per
lavorare
più
di
18
ore
al
giorno,
sovente
non
hanno
tregua
perché
la
rete
ha
delle
priorità,
perché
il
cliente
è
esigente,
perché
hanno
necessità
di
rimanere
operativi
per
affrontare
il
mercato
digitale
che
è
in
continua
evoluzione
e
ti
sottopone a continue sfide per sopravvivere.
Si
elogiano
(giustamente)
medici,
infermieri,
forze
dell’ordine,
autotrasportatori
ecc...
e
si
varano
misure
a
sostegno
di
queste
categorie;
ma
io
mi
chiedo
se
noi
Informatici
non
fossimo
rimasti
a
lavorare,
in
un
silenzio
assordante
e
con
un’attività
“invisibile”,
probabilmente
il
paese
avrebbe
veramente
subito
un
considerevole
collasso
e
a
farne
le
spese
sarebbero
state
le
imprese,
gli
ospedali,
il
mondo
dell’istruzione,
gli
enti
pubblici,
appunto
perché
connessi
attraverso
la
rete,
una
rete
che
assume
sempre
più
il controllo delle nostre vite e del nostro lavoro.
Le
continue
richieste
di
supporto
e
assistenza
tecnica
partite
dal
20
febbraio,che
sono
state
gestite
a
migliaia,
nonché
richieste
di
attivazioni
di
nuove
postazioni
in
Smart
working
hanno
creato
non
poche
difficoltà
alle
aziende
del
settore;
ma
hanno
trovato
professionisti
pronti
ed
abituati
ad
intervenire
ed
a
permettere
e
garantire,
in
una
situazione
emergenziale, la continuità delle attività.
La
richiesta
dei
nostri
servizi
continua
ad
essere
forte
ed
in
ascesa,
ma
il
quadro
economico
che
si
prospetta
per
i
prossimi
mesi
è
da
post-guerra,
e
iniziano
a
sorgere
i
primi
interrogativi:
le
aziende
saranno
in
grado
di
pagare
i
servizi
che
gli
abbiamo
erogato?
Sono
state
previste
misure
nei
decreti
varati
che
sostengono
il
nostro
settore?
Vi
sono
risorse
o
voucher
da
far
giungere
alle
imprese
per
consentire
e
agevolare
i
processi
di
digitalizzazione
in
Smart
working?
La
regione
Lombardia
e
il
Lazio
proprio
in
questi
giorni
hanno
emanato
l’avviso
pubblico
per
l'adozione
di
piani
aziendali
di
Smart
working,
per
dare
la
possibilità
alle
imprese,
in
un
periodo
cosi
drammatico,
di
consentire
e
adottare
piani
di
Smart
workingal
fine
di
incrementare
la
produttività
e
aumentare
il
benessere
di
lavoratori
e
lavoratrici.
Ecco
quali
sono
le
criticità
che
affiorano
alla
luce
del
Decreto
Legge
n.
18
del
17
marzo
che
non
ha
minimamente
considerato
il
settore
ICT:
abbiamo
appreso
di
una
misura
di
sostegno
destinata
alle
partite
IVA
pari
a
600,00€,
che
non
è
il
caso
di
commentare,
perché
si
commenta
da
sola.
Un
imprenditore
potrà
ricevere
un
indennizzo
pari
a
600,00
€,
dopo
aver
pagato
circa
il
60%
di
tasse
all’anno
allo
Stato,
in
base
agli
scaglioni
di
fatturazione,
per
poter
svolgere
un’attività
in
Italia.
Lo
Stato
ricambia,
in
una
situazione
cosi
grave,
con
una
cifra
veramente
RIDICOLA
agli
occhi
di
tutti;
le
imprese
praticamente
sono
considerate
al
pari
delle
persone
che
percepiscono
il
reddito
di
cittadinanza.
Mi
chiedo
con
quali
criteri
siano
state
varate
queste
misure
completamente
inadeguate
per
far
fronte
ad
una
emergenza
di
tale
dimensione
ed
entità;
600,00
€
di
cui
non
si
conoscono
neanche
i
piani
attuativi
di
erogazione
e
i
tempi
di
attesa.
C’è
bisogno
di
chiarezza
e
di
una
presa
di
coscienza
da
parte
delle
istituzioni
le
quali
hanno
commesso
un
grave
errore
di
valutazione
nell’escludere
un
settore
che
è
ormai
basilare
e
vitale
per
il
funzionamento
di
una
nazione
e
della
sua
un’economia
e,
come
tale
deve
essere considerato dalle istituzioni.
In
questo
momento
c’è
bisogno
di
incentivi
da
destinare
alle
piccole,
medie
e
micro
imprese,
affinché
possano
accedere
ai
processi
di
digitalizzazione
ed
affrontare
nuove
forme
di
commercio e di lavoro per poter ripartire e cosi risorgere.
Un
forte
appello
va
fatto
al
Presidente
della
Regione
Calabria
Jole
Santelli,
affinché
possa
adoperarsi
per
utilizzare
i
Fondi
Europei
per
stanziare
risorse
economiche
finalizzate
all'adozione
di
piani
aziendali
di
Smart
working,
seguendo
il
percorso
intrapreso
dalla
Regione
Lombardia
e
Lazio,attraverso
un
bando
che
possa
raggiungere
tutte
le
aziende
presenti
all’interno
del
nostro
tessuto
imprenditoriale.
Le
aziende
del
Polo
Digitale
Calabria,
che
rappresento
ma
d’altronde
tutte
le
imprese
che
fanno
parte
del
nostro
tessuto
imprenditoriale
regionale,attualmente
si
trovano
ad
affrontare
un’emergenza
gravissima
perché
a
fine
mese
non
potranno
pagare
fitti,
utenze,
mutui,
finanziarie
ed
altro
ed
in
più
non
hanno
la
percezione
minima
di
quanto
si
protrarrà il periodo di fermo.
Immagino
che,
al
termine
dell’emergenza
e
del
blocco
imposto
in
questo
periodo,
molte
aziende
probabilmente
non
apriranno
più
se
lo
Stato
non
interverrà
seriamente
varando
misure
adeguate
capaci
di
supportare
ed
indirizzare
imprese
e
professionisti
verso
una
ripresa
economica.
In
chiusura,”
conclude
De
Rango
”
mi
corre
l’obbligo
di
invitare
tutti
i
colleghi
del
settore
ICT
affinché
possano
aderire al comitato:
“
Rappresentiamo
le
imprese
ICT
E
DIGITALI
unite
contro
la
crisi
del
COVID-19
”.
Questo
è
un
modo
per
unirci
nell’intendo
di
portare
alla
luce
le
criticità
del
nostro
settore
in
un
periodo
cosi
difficile
e
di
forte
incerezza.
Dobbiamo
portare
all'attenzione
del
governo
e
dell'opinione
pubblica
la nostra categoria che non è ancora rappresentata.
Per
aderire
basta
compilare
il
modulo
posto
in
basso
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